I giardini condivisi di Taranto
Spazi pubblici creati con finalità socio-culturali e ambientali per rendere più verde e più vivibile la città di Taranto, proprio a due passi dai fumi dell’Ilva.
Spazi pubblici creati con finalità socio-culturali e ambientali per rendere più verde e più vivibile la città di Taranto, proprio a due passi dai fumi dell’Ilva.
Il vecchio scalo merci della stazione ferroviaria diventa un luogo di scambio di beni, ma anche uno spazio di incontri e promozione dell’altra economia.
In questo numero vogliamo affrontare un tema, emerso ultimamente con più insistenza, riguardante il recupero e la valorizzazione di beni culturali e altri spazi pubblici …
Non sappiamo ancora se queste iniziative rappresentano la punta di un iceberg – noi lo speriamo – o delle meteore; riteniamo però che anche lo sforzo di comprendere questo fenomeno permette di lavorare per favorire tali percorsi e fare in modo che queste pratiche si allarghino e si propaghino.
L’Agenzia del Demanio punta al recupero e al riuso del patrimonio immobiliare pubblico per promuovere lo sviluppo culturale e sociale dei territori.
Dal Sud al Nord del Paese, si moltiplicano le buone pratiche di restituzione di beni del patrimonio pubblico al valore d’uso delle comunità urbane e territoriali.
La Fondazione Cariplo con il progetto Distretti culturali in dieci anni ha investito oltre 55 milioni di euro, coinvolgendo 101 enti e avviando 6 distretti culturali articolati in 123 azioni in: Valcamonica, Oltrepò Mantovano, Regge dei Gonzaga, Cremona, Monza&Brianza e Valtellina.
Una iniziativa sperimentale della Fondazione CON IL SUD per provocare le comunità locali a recuperare e valorizzare beni inutilizzati al Sud. Oltre 220 spazi proposti da enti pubbici e privati, 14 beni selezionati per il bando, 7 progetti selezionati che restituiranno a nuova vita altrettanti spazi con un contributo di oltre 3,3 milioni di euro e coinvolgendo 66 organizzazioni.
Dalle mappe delle città alle mappe dei cittadini. Lo scopo è quello di incoraggiare i palermitani, compresi gli amministratori pubblici della città e i funzionari amministrativi, ad andare verso l’amministrazione condivisa.
Siamo nati dalla collaborazione tra soggetti pubblici e privati, dalla partecipazione e per questo l’ecomuseo ha in sé una vocazione al servizio per la collettività. Per far sì che questo spazio esista stiamo sperimentando una forma di governance inedita e per la quale non troviamo nessuna veste giuridica nell’ordinamento italiano attuale.