Pare proprio che la storia secondo cui gli “immigrati ci rubano il lavoro” sia giunta al capolinea. Dalla recente analisi svolta da Unioncamere-infocamere emerge l’esatto opposto: gli immigrati ci portano il lavoro. Infatti le imprese condotte da stranieri in Italia sono aumentate molto di più nel 2017 rispetto alla media nazionale e sembrano più dinamiche di quelle dei nostri connazionali.
A fine 2017 hanno sfiorato quota 590 mila e rappresentano il 10% dell’intera imprenditoria nazionale. In pratica una impresa su dieci in Italia è gestita da stranieri. La loro crescita, in termini quantitativi, è di quasi cinque volte più della media e, da sole, rappresentano il 42% di tutto l’aumento delle imprese registrato nel 2017. Nell’anno appena trascorso infatti il loro numero si è incrementato di 19.197 unità (il 42% dell’intero saldo annuale di imprese), come risultato del saldo tra 57.657 aperture e 38.460 chiusure, corrispondente ad un tasso di crescita del 3,4% (contro lo 0,75% fatto registrare dall’intera base imprenditoriale italiana).
Come spiega la ricerca, “la conferma dell’importanza del fenomeno viene osservando il rilievo del saldo di imprese di stranieri in alcune regioni, come Toscana, Veneto, Liguria e Marche, dove, senza il contributo delle imprese di stranieri il saldo regionale del 2017 sarebbe stato negativo”. Per contro, “in altre regioni, come Piemonte ed Emila-Romagna, l’apporto dell’imprenditoria straniera ha invece contribuito significativamente ad attenuare la forte contrazione di quella autoctona, pur non riuscendo a ribaltare il segno negativo del saldo complessivo”.
Facendo una panoramica fra le attività con la maggiore concentrazione di imprese di stranieri primeggiano le telecomunicazioni, dove rappresentano oltre un terzo del totale. Seguono la confezione di articoli di abbigliamento, con quasi il 30%, mentre al terzo posto, i lavori di costruzione specializzati, con il 21,2%. Se analizziamo il numero assoluto di aziende, però, in vetta troviamo il commercio al dettaglio, con oltre 162mila attività, seguito daii lavori di costruzione specializzati (quasi 109mila) e dalle attività di ristorazione (44mila).
Per quanto riguarda i paesi di provenienza (con riferimento alle sole imprese individuali, le uniche per cui è possibile associare la nazionalità al titolare), quello più rappresentato è il Marocco, con 68.259 imprese individuali esistenti alla fine dello scorso anno, seguito dalla Cina (52.075 imprese) e dalla Romania (con 49.317). Dallo studio emerge che “alcune nazionalità hanno eletto delle vere e proprie ‘patrie’ imprenditoriali in alcune province italiane: è il caso dell’Egitto che concentra in provincia di Milano quasi la metà (il 44,7%) di tutte le sue imprese in Italia; o del Bangladesh che ha il suo “quartier generale” a Roma, dove ha sede il 42,5% di tutte le sue imprese”.
Andrea Degl’Innocenti
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