Recuperare gli antichi mestieri, e in particolare la figura del maestro artigiano, per favorire lo sviluppo di un territorio. Dieci anni fa a Matera è stato avviato il progetto Mest (Mestieri, Sviluppo e Territorio), sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD nell’ambito della valorizzazione del patrimonio storico-artistico e culturale del Mezzogiorno.

Abbiamo intervistato Giuseppe Bruno, presidente del consorzio “La Città essenziale”, promotore del progetto, per sapere come è andata e cosa resta di quella iniziativa oggi. Ma anche, per avere il suo punto di vista sulle opportunità che il sapere artigiano può offrire ai giovani e in particolare ad un territorio che, con Matera 2019 Capitale Europea della Cultura, sarà al centro dell’attenzione internazionale.

 

Cos’è il progetto MeST?

E’ un progetto del 2008 finanziato dalla Fondazione CON IL SUD nell’ambito storico-artistico e culturale. Promotore del progetto è il CONSORZIO LA CITTA’ ESSENZIALE che ha coinvolto nove partner di rilievo e con esperienza in ambito artigianale, di valorizzazione del patrimonio culturale e di orientamento e inserimento lavorativo. I partner sono stati: Fondazione Zetema, Centro Servizi Cooperativo, Azienda Promozione Turistica Regionale, Confartigianato, Il Sicomoro, Domino, Maecenatis, Genius Loci, Basilicata di ogni Cultura.

Cosa vuol dire “Mest” e quali erano gli obiettivi?

Il progetto fondava il suo obiettivo sullo sviluppo socio-economico dell’area materana, attraverso il recupero della figura de “U MeST”, che nel nostro e in altri dialetti del Sud Italia, così come nella cultura antica del nostro paese, è il maestro artigiano, la cui formazione avveniva sul campo mediante la trasmissione di esperienze e saperi acquisiti nelle botteghe di altri maestri artigiani. L’iniziativa, partendo proprio dalla figura del MeST, ha creato un processo di valorizzazione del territorio attraverso la produzione e commercializzazione di manufatti e altri prodotti tipici legati alla tradizione locale – la lavorazione della ceramica, della cartapesta, del tufo e l’arte orafa – con la realizzazione di un’apposita officina di produzione artigianale. Al processo di valorizzazione territoriale e delle produzioni artigianali si è integrata la sostenibilità dell’attività imprenditoriale e, parallelamente, il recupero e l’innovazione di forme artigianali tradizionali, valorizzando le potenzialità di persone giovani.

 


(spot lancio marchio MateraHandMade)

 

L’iniziativa prosegue ancora? Ed eventualmente, come?

Il progetto ha avviato la produzione di diversi manufatti e si è evoluto nella costituzione di una cooperativa ma dopo alcuni anni, in seguito alla modifica societaria della cooperativa, la produzione è stata interrotta. Ad oggi però l’iniziativa è in fase di riattivazione attraverso la presa in carico dei laboratori artigianali e delle produzioni da parte della cooperativa socia del Consorzio Oltre l’Arte. Cooperativa peraltro eccellente nel segmento culturale, turistico e di valorizzazione territoriale, che opera al contempo promuovendo l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Le produzioni nate in seno alla cooperativa vengono commercializzate con il brand identificativo del progetto “MateraHandeMade”.

A quale mercato sono rivolti e tramite quali canali vengono venduti?

Il canale di distribuzione è principalmente locale, oggi amplificato in virtù della grande visibilità data dalla vetrina internazionale di Matera 2019; è in fase di costruzione, inoltre, il canale dell’e-commerce su piattaforme web dedicate.

Quali possibilità può offrire oggi l’artigianato?

La grande tradizione artigianale non è affatto destinata a scomparire come si pensa: anzi, dati statici dimostrano che nei prossimi anni aumenteranno le richieste di professionalità basate su competenze umane che le macchine non possono replicare: manualità, ingegno e creatività. L’artigianato oggi è la capacità di creare nuove fonti di reddito sia per i tradizionali laboratori a gestione individuale e vendita diretta ai clienti sia per le piccole imprese artigiane a conduzione familiare che operano a livello locale.

In che modo l’artigianato può contribuire alla valorizzazione di un territorio?

L’artigianato è elemento distintivo del territorio, quindi attrattore turistico che caratterizza la cultura materiale di un luogo. Le botteghe, le tradizioni artigianali comunicano il territorio. E’ ampiamente dimostrato infatti che il turista, quando visita un territorio, è sempre alla ricerca della “tipicità” della località per ritrovare fondamenti di un’esperienza umana, per avere garanzie di “qualità” e per ricevere direttamente dai “produttori” quelle conoscenze che un normale esercizio commerciale potrebbe offrire.

Esistono ancora i maestri artigiani?

Ve ne sono ma permangono ancora criticità di trasferimento del “mestiere”, sarebbe utile mettere a valore le poche esperienze artigiane residue e storiche finalizzate alla realizzazione di laboratori permanenti dell’artigianato in luoghi evocativi e connotati dall’alto valore artigianale e artistico.

Quale è stata la risposta da parte dei ragazzi che sono stati formati? Cosa hanno fatto dopo aver partecipato al progetto? L’artigianato è poi diventato la professione principale per qualcuno di loro?

Lo è stato per buona parte dopo la chiusura del progetto, ma a causa di problematicità personali dei soci sono stati costretti a modificare il loro percorso di vita lavorativa. Esperienza che oggi è stata, come detto, ripresa da un’altra cooperativa sempre con giovani artigiani e per i quali rappresenta un concreto impegno professionale.

 

Alessandra Profilio