Immaginate un mondo sempre uguale. Tutti con le stesse idee per anni, nessuna voce fuori dal coro. Immaginate di vivere secondo poche, certe, opzioni. Sempre gli stessi obiettivi ogni giorno. Così, per tanto, tantissimo tempo.

Se avessimo dato retta ai fautori del mantenimento dello status quo ora non avremmo il divorzio, i movimenti ambientalisti, la corrente elettrica, la musica Jazz. Cosa più importante, non avremmo un modo nuovo di agire, di pensare, di immaginare il mondo, la realtà che ci circonda. Ma cos’è davvero il cambiamento, se non una spinta naturale?

A me piace pensare che il cambiamento sia in gran parte guidato dall’immaginazione.
Pensare a problemi e soluzioni possibili, a nuove strade oltre quelle già percorse, è cambiamento. E ti fa venire voglia di metterlo in atto in tutti i modi possibili.

Agli inizi della mia esperienza di attivista di Greenpeace c’erano due strade per portare a conoscenza le persone delle nostre campagne di cambiamento: il dialogo e le azioni in strada. Tra la gente capivi quali erano le loro preoccupazioni, i loro timori. Uno dei più grandi è, senza dubbio, il cambiamento. La possibilità che la realtà venga stravolta, che l’ordine si ribalti e che, quindi, la percezione di quel che ti circonda diventi nuova.

Riuscire a comunicare nuove idee, nuovi scenari, era difficile. Ti rendeva esausto, ti prosciugava. A volte ti chiedevi “Perché dovrei suggerire loro un nuovo modo di pensare, se non vogliono?”. C’erano di sicuro periodi in cui ti sentivi inerme, in cui sentivi che il tuo lavoro era del tutto inutile. Eppure era parte di me, ogni esperienza che vivevo mi insegnava cosa e come comunicarla. E qual era il modo migliore per farlo.

Poi nel 2005 ho preso, quasi per caso uno lavoro di stage a Greenpeace International, nella storica sede di Amsterdam. Il lavoro era raccontare le campagne ambientaliste attraverso il web, in particolar modo sui social network che stavano nascendo. Per me questo è stato una rivoluzione: il web ha davvero stravolto il modo di concepire il cambiamento. La straordinaria possibilità che un messaggio arrivi a milioni di persone, quasi istantaneamente, ha dato vita a potenzialità che nessuno poteva immaginare.

Dopo alcuni anni a servizio dell’organizzazione ambientalista, prima in Olanda, poi in Turchia, Israele, Libano ed infine in Italia, ho conosciuto Change.org, la più grande piattaforma di petizioni al mondo che permette a chiunque di lanciare e, spesso, vincere una propria campagna. Il web da diffusore di idee sociali per organizzazioni nate decenni prima, stava diventando lo spazio dove chiunque poteva sviluppare le propria idea di cambiamento e trovare il sostegno di milioni di persone. Ho quindi aperto Change.org in Italia e l’ho diretta per 3 anni, durante i quali ho avuto l’occasione di aiutare centinaia di persone comuni a vincere la propria battaglia grazie agli strumenti che avevo imparato nel mio lavoro di campaigner.

Queste esperienze mi hanno portato, tempo dopo, a dar vita a Worth Wearing. All’inizio era un’idea, un’intuizione. “Una T-shirt per cambiare il mondo attraverso un messaggio da indossare”. Con tanto lavoro e passione a marzo del 2015 è nato il sito www.worthwearing.org. Come ogni cosa nuova per tutti, anche per me Worth Wearing è stato un salto nel vuoto. Soprattutto in partenza, quando era tutto da testare.

About Worth Wearing Website from Latte Creative on Vimeo.

Worth Wearing è l’alternativa ai banchetti di quand’ero ragazzo. Pensata per piccole e grandi no profit che, attraverso T-shirt 100% ecologiche, sulla nostra piattaforma possano raccontare la loro visione del cambiamento. E le magliette diventano storie da raccontare, tutte diverse e uniche. Reali, come il cambiamento.

Ma come fa una T-shirt a cambiare davvero il nostro modo di guardare le cose? Vi racconto una storia, la storia di Iacopo Melio. Iacopo è un ragazzo di 24 anni, studia Scienze Politiche e scrive per diverse testate. È disabile dalla nascita ed è una vera forza della natura. Pensa ogni giorno a come cambiare la realtà che lo circonda, fatta di barriere architettoniche e sociali. Un bel giorno, per gioco, scrive su Twitter #Vorreiprendereiltreno. Una frase e cambia tutto. Migliaia di persone ripostano la sua richiesta sui social e iniziano a seguire la sua Onlus, nata da lì a poco.

L’impatto dei messaggi di Iacopo, la sua straordinaria capacità di arrivare con il sorriso alle persone, la passione che ci mette nell’accettare le sfide da vivere ogni giorno, hanno permesso che il messaggio di Iacopo arrivasse a oltre centomila persone che lo seguono e supportano la sua causa. Lui è stato uno dei primi a capire le potenzialità di Worth Wearing come strumento di cambiamento attraverso una T-shirt: sulla pagina dedicata alla sua no profit Iacopo ha dodici magliette, create grazie al supporto di amici designer famosi e non, che spesso vengono indossate da persone dello spettacolo

 

Cesare Bocci

Cesare Bocci

In che modo il web ha rivoluzionato l’idea di cambiamento? Ce lo racconta la storia di Iacopo, le petizioni lanciate su Change.org diventate leggi vere e proprie, la passione degli attivisti di ogni NGO capaci di organizzare eventi in centinaia di piazze d’Italia attraverso un invito sui social.