Buongiorno Taranto racconta tensioni e passioni di una città immersa in una nuvola di smog, una città intossicata ad un livello insostenibile, ferita dall’incuria e dagli inganni. Aria, terra e acqua sono avvelenati dall’inquinamento industriale, all’ombra del più grande stabilimento siderurgico d’Europa, costruito in mezzo alle case e inaugurato quasi cinquant’anni fa. Le rabbie e i sogni degli abitanti sono raccontati dalla cronaca di una web radio nomade e coinvolgente, un cine-occhio digitale che scandisce il ritmo del film e insegue gli eventi che accadono ai confini della realtà, tra disastri ambientali e improvvise rivelazioni delle bellezze del territorio.

All’inizio ero straniero… ho iniziato a filmare Taranto con lo sguardo di uno straniero che non conosce la città. Nella città dei due mari c’ero stato molti anni fa, di passaggio durante un viaggio in automobile dal Salento verso la Sicilia. Sguardi veloci di cui ricordavo solo il ponte girevole e un passaggio nel panorama stupefacente delle ciminiere della zona industriale. Quando sono tornato a Taranto, ho pensato che è paradossale aver visitato Pechino e New York e poi non conoscere una città importante che dista 100 km da casa mia…  Per me la città era sconosciuta ma anche misteriosa: questo stato di ignoranza mi sembra sempre una sfida stimolante, che spinge a non sottovalutare niente e trasmette una tensione continua che costringe all’ascolto e  impedisce ogni pigrizia per l’occhio.

Quando ho deciso di raccontare la città mi chiedevo: che cosa posso fare? Che può fare una singola persona? Prima di tutto ho pensato che fosse necessario incontrarsi, unire le forze, ideare progetti comuni… poi ognuno deve fare tutto quello che sa e può fare. Io sono un filmaker che fa parte di un laboratorio creativo, Big Sur cioè un gruppo di persone che si occupano di comunicazione, produzioni editoriali, produzioni audiovisive, ideazione ed organizzazione di eventi… Raccontare le storie di questa città bellissima e disperata è ed è stata una sfida che non ha riguardato solo il mio percorso cinematografico, ma il tentativo di attivare una comunicazione più profonda attraverso un videoblog e una radio web che sono luoghi di narrazione e di confronto sociale aperti alla città come spazi da abitare. Così siamo stati costretti a metterci in scena perché quella di Taranto è una storia che riguarda tutti: è lo specchio del degrado di un’Italia in crisi esistenziale che dopo aver puntato sul processo di industrializzazione di un Mezzogiorno prevalentemente rurale, ora si trova incagliata nei conflitti aperti tra industria e ambiente, tra identità e alienazione, tra salute e lavoro. A Taranto sentivo una grande conflittualità, come se le persone non si parlassero né partecipassero veramente alle cose che avvengono in città. L’idea è stata unire delle persone in una redazione radiofonica e partire da alcune parole chiave, parlare sempre come se si fosse sempre in onda. Così sono nate trasmissioni per attivare discorsi anche tra estranei: sogni, memorie e desideri come parole per liberare i corpi dei cittadini e riconquistare spazi, luoghi, ambiente e soprattutto il futuro della città. La voce della radio si è fusa con i suoni e i rumori della città, attraversando molte vite e situazioni diverse… Buongiorno Taranto!

All’inizio sentivo il bisogno di immergermi nel regno dei veleni con un rituale propiziatorio, come un esorcismo cinematografico. Le scene iniziali sono rivolte all’acqua e all’aria piena di fumi. L’attrazione verso i luoghi alieni, verso i palazzi abbandonati e decadenti della Città Vecchia che sembra bombardata come Beirut, era seducente e pericolosa come il canto di una sirena: è facile scivolare nella retorica della terra avvelenata abitata da spettri, anche se qui lo spettro dello “sviluppo del Sud” te lo ritrovi spesso agli angoli delle strade.

 La Radio 

Giravo intorno alle “fabbriche”, cercando il modo di avvicinarmi, partecipando a tutte le manifestazioni a cui potevo avere libero accesso e  mi potevo confondere con la massa di giornalisti e reporter che affollavano gli incontri. Era la mia strategia di avvicinamento a un mondo che sentivo duro e chiuso in sé, per rompere la distanza tra me e gli operai pensavo che fosse necessario un ribaltamento di ruoli. Ma come fare?

Buongiorno Taranto!… la svolta narrativa è stata la radio.

– Perché fare una radio a Taranto? Perché forse non abbiamo mai parlato, noi in quanto tarantini.

La prima necessità vera è chiedere a noi stessi che facciamo questa radio: perché?

Perché non abbiamo mai detto quello che pensavamo sulle situazioni…

Per me la radio è una scatola magica, un raggio invisibile che si diffonde nell’aria, una sorta di illuminazione che ti permette di costruire relazioni tra persone sconosciute, basta incontrarsi intorno a un microfono e registrare pensieri e parole. Nel film servono anche le immagini, così spesso sono state prodotte senza badare troppo alla forma o alla qualità tecnica, ispirati da valori selvaggi e da un’impellente voglia di comunicare.

Il nodo da sciogliere rimaneva sempre il dilemma esistenziale: salute o lavoro? Il rapporto complesso che esiste tra fabbrica e città richiede un’analisi approfondita da molti punti di vista diversi: industria, economia, inquinamento, ambiente, prospettive future. Così ho deciso di raccontare il qui e ora di chi vive in città e di mettere in moto un meccanismo narrativo che si articolava attraverso le parole e i pensieri dei conduttori di Buongiorno Taranto: una radio web nomade, coinvolgente e svalvolata. Una radio molto originale che invita ad essere conduttori radiofonici tutte le persone che incontra per strada e che hanno cose da raccontare. Un approccio libero e fuori dagli schemi che rende protagonisti quelli che in altre modalità potrebbero essere semplicemente persone “da intervistare”. La web-radio prima non esisteva, è nata come motore narrativo del film, “occupando” come sede della redazione le stanze della bellissima Torre dell’Orologio, in Piazza Fontana, grazie all’associazione Le Sciaje che ci ha ospitato…

Da un lato potevo continuare a intervistare in modo diretto, ma mettendo in evidenza le cuffie e il registratore digitale in mano a chi parla come fosse una diretta radiofonica, il montaggio poi restituiva il miracolo di essere qui e ora, sfruttando la disponibilità delle persone presenti, che venivano trasformati in conduttori radiofonici sul campo in un gioco di ruoli, di parole e di scambio di opinioni:

– Per come la vedo io è la mentalità che va cambiata, c’è bisogno di sensibilizzazione.

E come si sensibilizza la gente? Solo comunicando…

– La modalità forse è quella dell’intervista veloce, possiamo invitare gente in radio che ci racconta delle cose.

– La persona che incontriamo e che ha qualcosa da raccontare può essere un conduttore di Buongiorno Taranto, di questa radio web.

– Forse la nostra radio è fuori dalla radio, per strada!

La radio ha permesso di vincere ogni diffidenza e costruire un filo rosso continuo di musiche, pensieri, interviste cronache, suoni, ambiente, rabbie e sogni che passano dalle facce delle persone ai luoghi, ai computer, al web fino allo schermo del cinema… un viaggio sur-reale nella città incontrando operai, studenti, medici, attivisti, disoccupati, casalinghe, pensionati, pediatre, parcheggiatori abusivi, pescatori, pirati, tuffatori ma soprattutto persone con la voglia di raccontare e di riconquistare un futuro per sé e per la città.

Il Film

Fare un film è prima di tutto un’esperienza, è un cinema del reale inteso come un corpo a corpo tra chi filma e chi è filmato. Un viaggio verso l’ignoto, che ti conduce a esplorare luoghi e a incontrare persone e realtà differenti. Per noi il videoblog è stato un taccuino condiviso di questa esperienza, ricco di appunti e suggestioni: una forma di riciclo necessario dove riportare frammenti tratti da centinaia di ore di esplorazioni audiovisive e materiali d’archivio e tracce di scritture e narrazioni. All’interno del film, la voce narrante è quella di un cine-occhio radiofonico che diventa il narratore degli umori della città. La radio è il plot narrativo attraverso il quale ricucire le storie di Taranto: nel video blog è possibile ascoltare le prove tecniche di trasmissione della radio Buongiorno Taranto..

– “Buongiorno Taranto! Siamo qui con Valentina e la parola di oggi è “trasformazioni”.

– “È interessante cogliere la trasformazione delle menti dei tarantini. Cominciamo a crearci noi delle alternative perché qua nessuno ce le dà”.

Le trasformazioni

Alla base delle trasformazioni attuali e del recupero di piazze e spazi urbani a Taranto oggi c’è il lavoro volontario di tante persone, ragazze e ragazzi, studenti anche minorenni che hanno deciso di riconquistare piazze e parchi abbandonati per riportarli all’uso della comunità: associazioni come Ammazza che piazza, Comitato dei cittadini e lavoratori liberi e pensanti, Officine Tarantine, Le Sciaje, Labuat, hanno cambiato il modo di vivere gli spazi comuni. Questa per noi era la trasformazione urbana più importante da evidenziare.

Il film finisce con un concerto musicale, un concerto eccezionale che accoglie più di 50.000 persone su un prato del Parco delle Mura greche, che prima dell’intervento del Comitato dei cittadini e lavoratori era un’area abbandonata. Il concerto era interamente organizzato da volontari, senza sponsor né finanziamenti pubblici, tutti gli artisti e i gruppi musicali, anche molto famosi, hanno aderito volontariamente, usufruendo solo di un rimborso spese.

L’energia straordinaria che si è sviluppata per quell’evento ha lasciato un segno, ha mostrato la via per una trasformazione della città ma anche della mentalità e della capacità di incidere dei cittadini. La cultura, la musica, l’arte possono dare la forza di cambiare, di realizzare i sogni e i desideri.

Ai confini della realtà

La città di Taranto è un luogo ai confini della realtà, in cui le case sono tinte di rosa diossina, il verde è inaccessibile perché troppo inquinato e neanche i morti possono trovare riposo in un cimitero troppo contaminato per accoglierli.
Per comunicare al meglio questa condizione surreale, che richiama scenari di guerra o invasioni aliene, le immagini sono un flusso continuo ed eterogeneo, un ribollire di stacchi veloci e piani sequenza generati da macchine diverse che fissano le azioni di una città sospesa, sempre sul punto di dare fuoco a una rivolta.
Le riprese del film sono iniziate nel luglio 2012, quando la bufera giudiziaria e il conseguente blocco della produzione dell’impianto siderurgico dell’Ilva ha scatenato le proteste e le speranze di tanti tarantini. Si è acceso un faro su una questione che esiste da decenni, ma che solo negli ultimi anni è esplosa in tutte le sue contraddizioni. Le riprese del film sono poi finite nell’aprile 2014, quelle per il video blog vorremmo che continuassero e che la radio diventi realtà, se riusciremo a trovare le risorse. Buongiorno Taranto è nato per rispondere all’urgenza di raccontare la realtà utilizzando videocamere e altri strumenti per raccontare quello che accade.  E’ un progetto spericolato, iniziato senza risorse e coperture economiche adeguate… perché se aspetti di scrivere un soggetto e di trovare il budget necessario per realizzare le cose cambiano continuamente ed è impossibile cogliere l’attimo, dovresti ricostruire tutto e realizzare un film di finzione.
A novembre 2012 l’Apulia Film Commission attraverso il National Film Fund ha finanziato il progetto con un importo di 16.000 euro. Buongiorno Taranto è stata una produzione dal basso e per completare la fase di post-produzione è stato raccolto un contributo collettivo di 5.000 euro attraverso il crowdfunding lanciato sul sito di Produzioni dal basso: moltissime persone hanno contribuito anche con piccole quote.

 

Taranto libera!

Con  il sito www.buongiornotaranto.it   Big Sur e OfficinaVisioni hanno voluto promuovere la partecipazione attiva alle trasformazioni in corso per non subirle passivamente. È un modo per immaginare e costruire una città diversa.

Dopo le date pugliesi, a marzo inizia dalla Sardegna il tour nazionale di Buongiorno Taranto.

Durante le serate di presentazione verrà presentato il contest ADOTTA UN LUOGO!

Raccontaci in un minuto il tuo luogo da salvare!

Pubblica il video sulla nostra fanpage facebook.com/BuongiornoTaranto con gli hashtag #adottaunluogo e #buongiorno(nome città) una selezione dei video-minuto sarà presentata alla Festa di Cinema del reale che si terrà a Specchia dal 22 al 25 luglio 2015. Combattendo contro la filosofia del “Ce m n futt a me!” (che me ne importa a me?), il contest vuole raccogliere le testimonianze di tutti coloro che vivono consapevolmente il proprio territorio, mappando paesaggi e storie minacciate dall’incuria, dall’indifferenza e da interessi economici senza scrupoli. Partendo da Taranto e Lecce, il contest seguirà il ricco calendario di proiezioni del documentario Buongiorno Taranto, promuovendo una riflessione sui luoghi della nostra quotidianità da proteggere.

Partecipate attivamente al percorso del documentario e raccontateci il vostro Buongiorno!

 

Premi

FESTIVAL INTERNATIONAL DE CINE AMBIENTAL Buenos Aires 2014 _Secondo premio sezione lungometraggi

MEDITERRANEO VIDEO FESTIVAL_Agropoli 2014_Premio LegAmbiente

PREMIO GAVIOLI _ Brescia 2014_ Miglior documentario sull’industria e sul lavoro _

Premio speciale Salute e Sicurezza sul lavoro

Trailer

Buongiorno Taranto

Good morning Taranto (english subtitles)

The old city’s gang (english subtitles)

 Per organizzare una proiezione contattare  info@buongiornotaranto.it