Promuovere un antico sapere, coniugando la tradizione della lavorazione della cartapesta con l’innovazione sociale e l’estro della creazione artistica. Era questo l’intento di Cantieri Creativi, progetto nato a Putignano nel maggio 2009 con il sostegno della Fondazione CON IL SUD, che ha permesso la messa in rete dei principali Carnevali meridionali (con oltre 20 realtà) e una serie di attività per la valorizzazione delle tradizioni e del territorio in un’ottica di sviluppo locale. Uno dei risultati più significativi è stato certamente l’aver riportato, in una delle capitali della cartapesta e dopo decenni di buio, una nuova luce sul mestiere dell’artigiano cartapestaio, coinvolgendo decine di giovani del territorio in percorsi formativi e professionalizzanti. Da segnalare, inoltre, la prototipazione di un manichino di cartapesta, un oggetto “artigianale” pensato per l’alta moda.
A quasi dieci anni dall’avvio del progetto (concluso nel 2011) abbiamo contattato il mastro Francesco Lippolis (recentemente selezionato fra i 7 maestri di prima fascia, costruttori dei carri allegorici del Carnevale di Putignano per il 2019), allora giovanissimo responsabile della parte formazione del corso di cartapesta, nonché progettista del manichino, per farci raccontare più approfonditamente quell’esperienza.
Qual è stata la tua personale esperienza nel progetto Cantieri Creativi?
Personalmente è stata molto positiva, abbiamo tenuto un corso di formazione sulla lavorazione della cartapesta e abbiamo coinvolto circa 25 allievi che in parte avevano già padroneggiato la tecnica, visto che Putignano è il paese che realizza carri allegorici per il Carnevale. A distanza di circa 50 anni è ritornata a Putignano una scuola della cartapesta, l’ultima formò gli attuali maestri cartapestai. Il gruppo di lavoro di questo corso, nel tempo si è amalgamato sempre più creando sintonia tra allievi e docenti, diventando una fucina di idee e progettazioni, sino a riproporre un manichino in cartapesta. Siamo riusciti nella durata del corso ad estrapolare la tecnica della lavorazione dei carri allegorici e trasportarla nel mondo del design e delle arti.
Attualmente l’associazione è ancora attiva?
Si, abbiamo continuato a lavorare anche successivamente al progetto, con diverse iniziative come mostre, esposizioni ed autoproduzioni. Il tutto è stato un trampolino di lancio, ma soprattutto le nostre docenze hanno permesso di mettere a disposizione le conoscenze agli allievi che hanno potuto apprendere e migliorare la tecnica sino a farla propria.
Come è nata l’idea dei manichini di cartapesta?
Nella partnership di progetto era presente il Consorzio Moda e Sposa. Putignano, infatti, si è sempre contraddistinta per la sua produzione manifatturiera e soprattutto nell’ambito degli abiti da sposa. L’idea era quella di associare una eccellenza produttiva con la tradizione della cartapesta. D’altronde, i primi manichini realizzati nella storia erano in cartapesta. Così, abbiamo riproposto la prima produzione del manichino, ovvero con la tecnica della cartapesta ma in chiave moderna e artistica.
In seguito questi manichini hanno trovato uno sbocco commerciale?
Abbiamo realizzato diversi prototipi. Sono stati collocati in vetrine espositive, installazioni e negli ambiti della moda, ma non abbiamo ricercato la commercializzazione, in quanto unici ed artistici.
(Roberto Bianco, coordinatore del progetto illustra la rete dei Carnevali del Sud Italia nel servizio del TgR Puglia)
Sono nate altre idee, collaborazioni, progetti a partire dall’esperienza iniziale di Cantieri Creativi?
Come accennavo prima abbiamo continuato con diverse iniziative, principalmente sono contento della formazione degli allievi iscritti, che ha permesso a più di un corsista di intraprendere la loro strada nel campo dell’artigianato.
Qual è il senso di fare artigianato nel 2018, quando l’automazione del lavoro è sempre più consistente?
Nonostante l’automazione penso che il lavoro manuale non potrà mai essere sostituito dalle macchine, in quanto unico e originale. Anzi, nell’epoca dell’automazione del lavoro c’è un ritorno all’artigianato, una vera e propria riscoperta, cui si dà il giusto riconoscimento e valore.
Il valore dell’artigianato può essere coniugato all’automazione, la storia dell’arte insegna: ne è un esempio il movimento dell’Arts and Craft (movimento artistico di fine ottocento che predicava la riscoperta di arti e mestieri per far fronte all’industrializzazione galoppante, ndr ): personalmente penso che tutto ritorni.
Quanto è importante, se lo è, combinare l’aspetto tradizionale del mestiere, la perizia creativa, con la capacità di innovare e di trovare sbocchi commerciali alle proprie iniziative?
Il campo delle arti e dell’artigianato credo che ha le stesse difficoltà di qualsiasi attività lavorativa che si voglia intraprendere nei giorni nostri. Penso che sia molto importante il contesto in cui lo si vive, ma credo che la divulgazione dei social, il web, i media aiutino a divulgare il proprio prodotto, la propria creazione. L’innovazione è alla base di tutto perché non si finisce mai di apprendere e intraprendere nuovi percorsi. Il segreto è appunto coniugare tradizione ed innovazione.
Andrea Degl’Innocenti
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