Avere una casa per i cittadini europei non è affare semplice, e le fasce più povere della popolazione rischiano di restare drammaticamente escluse dalla possibilità di trovare una abitazione. Questo quadro piuttosto fosco è quanto emerge dall’edizione 2017 del rapporto “La situazione abitativa nell’Unione europea” (“The State of Housing in the EU”) prodotto dall’Housing Europe Observatory, una sorta di bussola sulla situazione abitativa in Europa..
Qualche mese fa il presidente Juncker nel suo discorso sullo “Stato dell’Unione”, ha trionfalmente affermato che “la crescita è tornata in buona parte del continente”. Tuttavia questa crescita sta lasciando molti indietro e le nostre società risultano sempre più ineguali.
Allo stesso modo, la recente “ripresa” dei mercati immobiliari è stata tale solo per pochi attori privilegiati, mentre per molte fasce di popolazione lo stato dell’edilizia nell’Unione europea oggi rimane critico.
Il rapporto mostra chiaramente che la sfida per l’edilizia abitativa europea è lungi dall’essere conclusa. In particolare emergono alcuni segnali inequivocabili come il fatto che l’abitazione sia diventata la spesa più alta per gli europei, arrivando a rappresentare circa un quarto dei bilanci familiari, con i tassi di sovraccarico che rimangono stabilmente ad alti livelli colpendo in modo sproporzionato i poveri.
A due anni dalla precedente edizione del Rapporto sullo stato degli alloggi, i mercati immobiliari in tutta l’UE hanno iniziato ad accelerare di nuovo. Il 2016 ha visto il più alto tasso di crescita annuale dei prezzi delle abitazioni dal 2009, e la crescita dei prezzi delle abitazioni è complessivamente aumentata rispetto a prima della crisi. Questo non è vero ovunque: mentre in alcuni paesi come il Regno Unito o la Svezia i prezzi sono più alti di quelli pre-crisi, in altri come la Grecia, il Portogallo e la Spagna restano più bassi, ma la tendenza appare solo rallentata. Il dato allarmente è che nella maggior parte dei paesi i prezzi delle case stanno crescendo più velocemente dei redditi.
Il problema abitativo colpisce drammaticamente le fasce più povere della popolazione. Esiste infatti un legame diretto tra la crescente disuguaglianza su scala globale e l’edilizia abitativa. Considerando i costi abitativi in termini relativi, il tasso di sovraccarico medio dell’UE tra le persone a rischio di povertà è aumentato in modo significativo rispetto al livello precrisi (dal 35,9 del 2005 al 39,3 del 2015) mentre è leggermente diminuito per quelli con redditi più alti. La quota di famiglie povere che pagano troppo per l’alloggio è più che raddoppiata in Spagna, Portogallo e Irlanda. La Grecia ha registrato l’aumento più acuto e mostra anche la situazione più grave. Inoltre, l’aumento dei prezzi delle case sta contribuendo a un grande trasferimento di ricchezza dai poveri ai ricchi e dai giovani ai vecchi. Allo stesso tempo, la crescita dei prezzi è legata agli interessi contrastanti tra gli investitori in cerca di profitto nei mercati immobiliari e gli abitanti. Dal report si osserva anche che il divario di reddito tra inquilini e proprietari si sta allargando in un certo numero di paesi, e le persone che cercano di entrare nel mercato immobiliare come giovani e migranti incontrano crescenti difficoltà.
Il divario territoriale è allarmante, poiché trovare abitazioni adeguate e convenienti nei luoghi in cui vi siano anche buone opportunità di lavoro è sempre più difficile. In particolare le grandi città affrontano una carenza strutturale di alloggi rafforzata dalle recenti ondate migratorie.
La risposta politica alla sfida dell’edilizia in Europa rimane scarsa, un fatto che si riflette nei crescenti livelli di senzatetto. Solo le città, che sono in prima linea nella crisi degli alloggi, stanno mostrando un ruolo più importante nella ricerca di soluzioni.
Il presidente di Housing Europe, Cédric van Styvendael, ha commentato i risultati del rapporto: “Non c’è un indicatore migliore di un alloggio per aiutarci a fare un controllo sulla realtà. Solo un mese dopo lo “Stato dell’Unione” del presidente Juncker, mi rammarico di dover trasmettere il messaggio che la sfida per l’edilizia abitativa europea è ancora prevalente e affrontarla richiede volontà politica a tutti i livelli e investimenti su ciò che già funziona sul terreno. L’alloggio non è un campo per gli apprendisti stregoni “.
Andrea Degl’Innocenti
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