I partecipanti agli “Stati Generali della gestione dal basso del patrimonio culturale“, svoltisi a Firenze nell’ambito di tourismA il 23 febbraio 2019, con la partecipazione di un alto numero di rappresentanti di associazioni, fondazioni e società impegnate in tutto il territorio italiano nell’azione di conoscenza, ricerca, tutela, valorizzazione, comunicazione e gestione del patrimonio culturale italiano, con una particolare attenzione alla partecipazione attiva dei cittadini, sulla base del confronto sviluppato a partire dalle tante esperienze diverse:
• Sono convinti che un patrimonio così articolato e diffuso come quello italiano non possa essere tutelato e valorizzato se non con il pieno coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni del terzo settore, delle fondazioni, delle società e dei singoli professionisti dei beni culturali, nel quadro di un’azione pubblica coordinata di indirizzo, valutazione e monitoraggio della qualità dei progetti e dei soggetti proponenti.
• Sottolineano la qualità e l’efficacia dell’azione svolta da numerosi soggetti presenti in ogni parte del territorio italiano nel recupero di beni culturali e paesaggistici, spesso condannati all’abbandono e al degrado, nella loro restituzione alle comunità locali, nell’inclusione sociale, nella creazione di occasioni di lavoro qualificato e di promozione di forme di economia sana, pulita e sostenibile, di promozione sociale, anche in termini di sicurezza e di vivibilità di porzioni di città e di territori e di miglioramento della qualità della vita.
• Sottolineano, altresì, come da una primissima indagine preliminare emerga la portata del fenomeno, che vede impegnate molte centinaia (ma, più probabilmente, molte migliaia) di persone con contratti di lavoro di vario tipo, con risvolti economici di tutto rilievo, valutabili, escludendo le attività indotte, in molte decine di milioni di euro.
• Auspicano che tutte le istituzioni pubbliche, centrali e periferiche, conoscano, valorizzino e sostengano lo straordinario patrimonio di energie, passioni e competenze presenti nel Paese, impegnate, in varie forme, nella “promozione dello sviluppo della conoscenza e della ricerca” e nella “tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione” (art. 9 della Costituzione).
• Auspicano, altresì, un sempre maggiore rapporto di collaborazione con il mondo della Scuola e dell’Università e con le strutture periferiche del MiBAC, in particolare le soprintendenze, i poli museali e i musei- parchi autonomi, riconoscendo come fondamentale il loro ruolo nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.
• Sollecitano un reale impegno nell’applicazione di quanto previsto dall’art. 118 della Costituzione in materia di sussidiarietà, favorendo “l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale” anche nel campo del patrimonio culturale.
• Invitano il Parlamento a ratificare, senza ulteriori indugi e rinvii, la Convenzione di Faro sul valore del patrimonio culturale per la società e soprattutto a fare in modo che i suoi principi ispirino le norme, l’organizzazione e la prassi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano.
Sulla base di tali considerazioni, i partecipanti agli Stati Generali ritengono opportuno dare vita a una rete nazionale, con referenti regionali, costituita dai soggetti impegnati nella gestione dal basso del patrimonio culturale, nella quale coinvolgere il maggior numero possibile di realtà. Attualmente, infatti, ogni realtà, impegnata nel proprio territorio, opera singolarmente e isolatamente: una rete nazionale potrà dare più
forza a ogni componente, condividere buone prassi e opportunità, scambiare esperienze. Pertanto rivolgono un invito a sostenere tale impegno al Parlamento e al Governo, in particolare al MiBAC, alle Regioni e agli Enti Locali, alle Università, al sistema delle imprese, alle grandi Fondazioni e Associazioni nazionali impegnate nel campo della cultura e dell’ambiente, alle organizzazioni politiche e sindacali, ai cittadini italiani, oltre che agli organismi internazionali, primi fra tutti, l’UNESCO e l’ICOM.
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