Siamo nell’entroterra della Sardegna, una regione straordinaria e al contempo molto difficile. Qui, nei decenni passati, alla chiusura delle miniere ha fatto seguito quella delle fabbriche con il risultato che oggi i livelli di povertà sono altissimi, il tasso di disoccupazione è del 24% mentre la percentuale dei giovani che non hanno un impiego raggiunge il 50-55% (senza considerare il sommerso).
La maggior parte dei ragazzi “sceglie” di emigrare mentre chi resta, giovane o meno, si trova a fare i conti con un contesto culturale ed economico di grande povertà. E farli quadrare, questi conti, non è per niente facile, soprattutto per le persone delle fasce più deboli della popolazione che spesso non sono in grado di soddisfare quelle esigenze primarie per una vita dignitosa: un tetto sopra la testa, per esempio.
Ne abbiamo parlato con don Angelo Pittau, direttore della Caritas diocesana di Ales-Terralba e presidente del Centro d’ascolto Madonna del Rosario di Villacidro, il “Paese d’ombre” circondato dal monte Linas e situato vicino Cagliari.
Da sempre impegnato nel sociale, questo prete “come gli altri, ma speciale”, come viene definito da qualcuno, è il promotore del progetto “Custodire la Famiglia” cofinanziato dalla Fondazione CON IL SUD.
Il progetto è consistito, innanzitutto, nella ristrutturazione di quattro immobili ecclesiastici inutilizzati (due nel Comune di Villacidro, uno a Guspini e l’ultimo a Siris) destinati alle esigenze abitative temporanee di fasce deboli della popolazione locale, per un totale di circa 30 persone.
“Questo progetto nasce dalla volontà di andare incontro a coloro che versano in condizioni di estrema povertà: persone costrette a vivere in casolari di campagna senza luce né altri servizi; padri separati che hanno lasciato la casa alla moglie e ai figli e si vedono costretti a vivere in macchina; tossicodipendenti che alla fine di un percorso terapeutico non sanno dove andare, famiglie separate perché non sanno dove convivere. Per loro e grazie al sostegno della Caritas nazionale e della Fondazione CON IL SUD abbiamo avviato il progetto ‘Custodire la famiglia’”, ci racconta don Angelo Pittau.
“Superati alcuni ostacoli iniziali – legati principalmente ad alcuni vincoli legislativi per la ristrutturazione degli edifici in centro – abbiamo sistemato gli immobili e li abbiamo affidati alle persone in difficoltà. Cerchiamo di aiutare queste famiglie fornendo loro viveri, pagando le bollette, regalando giocattoli e provvedendo alle spese scolastiche di bambini e ragazzi. Offrire una casa ed un pasto, tuttavia, non basta”.
“Il nostro obiettivo – ci spiega Pittau – è quello di abbandonare gradualmente un approccio assistenzialistico (che considero tra le cause delle problematiche sociali odierne del nostro territorio) e accompagnare queste persone in un percorso verso l’autonomia, per ridar loro dignità e fiducia”.
Oltre all’accoglienza, il progetto prevede infatti, attraverso il supporto delle associazioni e cooperative del territorio, il reinserimento lavorativo delle persone in difficoltà, tramite azioni di supporto psicologico e laboratori di cucito, cucina, falegnameria e agricoltura/allevamento.
“Vogliamo offrire insomma una soluzione abitativa ma anche un’opportunità di riscatto – prosegue don Angelo – Bisogna rendere libere queste persone e aggredire la povertà e l’emarginazione combattendone le cause, prima fra tutte la mancanza di lavoro. Bisogna lavorare sulle persone e sulla cultura. Qui vivono ragazzi di trent’anni che non hanno la terza media. Ci sono situazioni drammatiche ed è necessario e urgente portare giustizia in questo territorio”.
Alessandra Profilio
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