Ridare dignità e favorire l’inserimento sociale e lavorativo di persone svantaggiate realizzando e distribuendo prodotti alimentari di qualità. Lo fa dal 2011 la cooperativa sociale Barikamà, produttrice di yogurt e ortaggi biologici fondata da un gruppo di africani “resistenti” che oggi vivono a Roma, dove distribuiscono i loro prodotti.
Alcuni di loro si sono trasferiti nella capitale in seguito alle rivolte di Rosarno contro il razzismo e lo sfruttamento dei braccianti agricoli. “Per non essere più sfruttati nelle campagne italiane abbiamo deciso di dar vita a questo progetto che abbiamo voluto chiamare ‘barikamà’, che in lingua bambara significa resistenza. Anzi più precisamente resilienza”, racconta Suleman Diaria, originario di un villaggio nel sud del Mali, uscito dai ghetti calabresi e attuale presidente della cooperativa. La loro è una storia di successo, diventata un simbolo dell’integrazione di chi arriva dall’Africa cercando un’opportunità.
“Alla base della nostra cooperativa – continua Suleman – vi sono la collaborazione, l’autogestione, la condivisione di culture diverse e l’autoinserimento sociale e lavorativo”. Garantire un reddito, seppur modesto, a chi non ne ha e favorire la creazione di una rete di relazioni sociali: questi gli obiettivi principali del progetto.
“Ci siamo ritrovati a Roma in un piccolo gruppo e abbiamo dato vita a questo progetto di micro reddito gestito da noi stessi. Oggi lo yogurt artigianale ‘Barikamà’ (solidale, biologico e autoprodotto) sta conquistando una nicchia di mercato a Roma, dove è sempre più apprezzato dai consumatori”.
La produzione attualmente è nel caseificio del Casale di Martignano che sta sull’omonimo lago. Yogurt e ortaggi biologici vengono poi consegnati a domicilio in bicicletta o venduti nei mercati a chilometro zero della capitale. “La gente ci saluta bene quando ci incontra. Siamo orgogliosi del nostro progetto, di saper parlare al banchetto durante i mercati, di girare per tanti quartieri di Roma, e che la gente ci dice che il nostro yogurt è buonissimo”.
Ad ottobre 2015 i ragazzi di Barikamà hanno vinto un bando per l’assegnazione del chiosco-bar nel Parco Nemorense a Roma insieme alla Grandma srl e al Casale di Martignano. “Il chiosco è una nuova sfida per noi di Barikamà, è l’occasione per far crescere la nostra cooperativa, ma anche un’occasione per l’inserimento lavorativo di migranti e di ragazzi con sindrome di Asperger”, spiega Suleman.
Dalla fine del 2014, infatti, sono stati inseriti nel progetto anche ragazzi italiani con la sindrome di Asperger: “riteniamo che l’integrazione tra questi due mondi diversi possa essere molto importante per entrambi”.
“Ad oggi – ci raccontano – abbiamo vinto numerosi premi, abbiamo ricevuto diversi finanziamenti, abbiamo partecipato a molte presentazioni e conferenze in tutta Italia, e hanno parlato di noi tantissime testate giornalistiche, radio e televisioni sia in Italia che all’estero”.
“Stiamo cercando di lavorare il più possibile per riuscire ad aiutare un numero sempre più alto di persone con la sindrome di Asperger e africani che hanno difficoltà ad imparare la lingua italiana, come me quando sono arrivato qui. Speriamo quindi di crescere, grazie anche alla collaborazione con gli italiani”.
Alessandra Profilio
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