In Italia sono 6,8 milioni le vittime di violenza fisica o sessuale. Ogni anno 100 donne vengono assassinate dal proprio partner o ex. Nel 90% dei casi la violenza domestica non viene neanche denunciata. Il bando è rivolto alle non profit per interventi nelle regioni meridionali.
Borgomeo: “L’attenzione al tema può avere effetti positivi sul fenomeno e chiediamo ai media di sostenere questa iniziativa, che prevede azioni concrete di contrasto con modalità di rete. Se non c’è rispetto dei diritti fondamentali, non possiamo intraprendere nessun percorso di cambiamento”
La Fondazione CON IL SUD intende sostenere interventi di contrasto alla violenza di genere e a ogni forma di discriminazione, promuovendo la parità tra i sessi e superando gli stereotipi. E lo fa mettendo a disposizione 2 milioni di euro per selezionare “progetti esemplari” nelle regioni meridionali.
In Italia, la violenza contro le donne è un fenomeno ampio, diffuso e ancora molto sommerso: secondo l’Istat (dati 2014) sono 6 milioni 788 mila le vittime di violenza fisica o sessuale, il 31,5% di età compresa tra i 16 e i 70 anni. La Polizia di Stato ha inoltre rilevato che nel nostro Paese ogni anno 100 donne vengono assassinate dal proprio partner o ex partner.
La violenza di genere riguarda dimensioni diverse: oltre a quella sessuale e domestica, investe anche quella psicologica, economica, culturale e lavorativa. Ambiti forse meno visibili e pertanto non facilmente quantificabili. Nel corso degli ultimi cinque anni, secondo le statistiche basate sulle denunce, si è registrato un lieve decremento del numero di donne vittime di violenza (anche se il dato è prevalentemente legato ai reati di femminicidio, più facilmente individuabili). Questo andamento è legato, comunque, ad una maggiore attenzione dedicata al tema della violenza sulle donne a livello nazionale, in un clima sociale di maggiore condanna del fenomeno. Tuttavia, la violenza domestica rimane un crimine che in Italia non viene denunciato in oltre il 90% dei casi e, di fatto, il numero di donne che subiscono maltrattamenti o violenze fisiche continua ad aumentare.
E’ in questo contesto che si inserisce la seconda edizione del “Bando Donne”, promosso dalla Fondazione CON IL SUD e rivolto alle organizzazioni del Terzo Settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia.
“L’attenzione al tema può avere effetti positivi sul fenomeno – dichiara Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD – ne siamo convinti e chiediamo ai media di sostenere questa iniziativa, che prevede azioni concrete di contrasto con modalità di rete. Se non c’è rispetto dei diritti fondamentali non possiamo intraprendere nessun percorso di cambiamento, al Sud e nel Paese”.
Le proposte progettuali dovranno far riferimento ad almeno due dei seguenti ambiti: rafforzamento dei servizi per favorire l’emersione e il contrasto della violenza contro le donne; reinserimento sociale e lavorativo delle vittime di violenza; avvio o rafforzamento di percorsi di educazione alle relazioni e all’affettività a partire dall’età scolare. Fermo restando la centralità di queste tematiche, le iniziative potranno prevedere anche interventi di sostegno per i minori che hanno assistito ai maltrattamenti, di educazione, informazione e formazione della collettività (insegnanti, cittadini, operatori) rispetto al fenomeno della violenza di genere.
Il bando prevede due fasi: la prima è dedicata alle “idee” progettuali, da presentare online entro il 5 aprile 2017; mentre la seconda è riservata alle proposte ritenute meritevoli e in linea con gli obiettivi del bando, che dovranno essere convertite in progetti esecutivi.
Le partnership di progetto dovranno essere composte da tre o più soggetti, almeno due dei quali appartenenti al non profit. Potranno inoltre essere coinvolti il mondo economico, delle istituzioni, della ricerca e dell’università.
Nella valutazione si terrà conto di aspetti come: il coinvolgimento nelle iniziative di tutti i soggetti attivi a vario titolo nelle attività di individuazione e “presa in carico” del fenomeno della violenza sulle donne (scuole, forze dell’ordine, pronto soccorso, centri antiviolenza, ecc.); la sostenibilità della proposta; la coerenza tra obiettivi, strategia di intervento, risorse utilizzate e tempi di realizzazione; un’attività di comunicazione capace di promuovere le iniziative proposte per favorirne la condivisione con la comunità locale e la diffusione di modelli potenzialmente esemplari e replicabili altrove.
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