L’articolo 27 della convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sancisce il diritto di ogni bambino a un livello di vita sufficiente a consentire lo sviluppo fisico e mentale.
Che cosa significa? Iniziando proprio dagli aspetti basilari, vuol dire che i bambini hanno il diritto a crescere in una casa che sia accogliente e confortevole. Una casa, potremmo dire, che trasmetta calore non soltanto in senso metaforico, ma anche in senso letterale.
Purtroppo gli studi statistici ci dimostrano che questo diritto non sempre è garantito. In Italia, la percentuale di famiglie con figli che non possono permettersi di riscaldare adeguatamente la casa è ancora a doppia cifra, nonostante si registri un calo rispetto agli anni di maggiore crisi.
L’Osservatorio sulla povertà educativa #Conibambini, realizzato dall’impresa sociale Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nel report pubblicato il 12 novembre 2019 e intitolato “Il problema di riscaldare la casa nelle famiglie con figli“, rivela che si guarda alle coppie con figli minori la percentuale di famiglie che non possono far fronte a una spesa per un adeguato riscaldamento della prorpia abitazione è del 12,9%, mentre sale al 17,5% nei casi di nuclei composti da un solo genitore.
Si tratta di dati che devono essere letti con cautela, poiché emergono da interviste sulla deprivazione somministrate ai genitori che spesso si trovano in grande difficoltà, dovendo rispondere a domande che riguardano la quantità e la qualità di esperienze e servizi che possono offrire ai propri figli. Tuttavia sono comunque dati che restituiscono un quadro abbastanza chiaro sulle difficoltà delle famiglie nel permettersi una spesa basilare come il riscaldamento.
Secondo i dati, è il Sud l’area del Paese dove questo tipo di disagio ha colpito in misura maggiore durante gli anni della crisi. Nel 2012 la percentuale di famiglie che non potevano permettersi di riscaldare la casa in modo adeguato era il 33,6% al Sud e il 46,5% nelle isole. Nel 2017 il dato è sceso al 20,7% nelle isole e al 26,3% al sud. In quest’ultima macro-area quindi la quota di famiglie in difficoltà è ancora quasi 5 punti al di sopra rispetto a quanto registrato nel 2004, anno di inizio della rilevazione quando le famiglie con figli minori che dichiaravano di non potersi permettere un riscaldamento adeguato della propria abitazione erano il 13,5%, in caso di famiglia monogenitoriale, e il 9,6% in presenza di entrambi i genitori.
Ovviamente la situazione diventa più grave nei territori più freddi, quelli che registrano il maggior numero di giorni con gelo e quindi temperature inferiori a zero gradi. In questo caso, il fenomeno interessa i territori del Nord-Ovest come Belluno e Bolzano, ma anche territori del Centro-Sud come L’Aquila e Isernia.
Sono dati importanti, che fotografano una realtà a volte distante dai diritti sanciti dalle convenzioni, ma su cui è possibile intervenire anche in nome di un altro principio: quello dell’uguaglianza di opportunità per tutti i bambini.
Il report completo sulla questione del riscaldamento dell’alloggio e tutti gli altri report dell’Osservatorio #conibambini sono disponibili su conibambini.openpolis.it e sul sito dell’impresa sociale Con i Bambini.
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