“Fìesta”, lo spettacolo realizzato e allestito con i ragazzi dell’Istituto Penale per i Minorenni Malaspina di Palermo, andrà in scena martedì 27 giugno, ore 15.45, all’interno del teatro dell’IPM.
Lo spettacolo è parte integrante del progetto “Il palcoscenico della legalità”, coordinato da Giulia Minoli e Emanuela Giordano, che dal 2015, prima nell’IPM di Airola (Bn) e poi a Palermo, si è proposto di coinvolgere i detenuti in un laboratorio di formazione sui mestieri del teatro, dalla scenotecnica alla scrittura drammaturgica, fino all’allestimento suoni, luci e scenografia. Il percorso di formazione professionale, improntato sul lavoro di squadra, si è posto l’obiettivo di offrire ai partecipanti gli strumenti utili per aprirsi alla conoscenza dei linguaggi e delle tecniche teatrali. La costruzione drammaturgica, condensata nel laboratorio guidato da Giuseppe Massa, è il risultato del “flusso di coscienza” dei ragazzi supportati dal lavoro di mediazione di Salvatore Massa e Mariagrazia Maltese dell’Associazione ‘A Strummula. Il disegno e allestimento delle luci sono il risultato del laboratorio guidato da Vincenzo Cannioto; costumi e scenografia del lavoro svolto con Simona D’Amico.
In scena gli attori Chadli Aloui, Valentina Lupica e Rosario Versaggio raccontano la storia di Diego, Valentino e Bianca, protagonisti di una festa che forse non inizierà mai. Durante l’attesa degli invitati, comincia a trapelare la relazione conflittuale padre-figlio, ritorna la questione irrisolta tra libero arbitrio e fato. C’è sempre un’altra possibilità? C’è sempre un piccolo spazio in cui il libero arbitrio può agire e il bene può attuarsi?
Il progetto “Il palcoscenico della legalità” è promosso e organizzato da Co2 Crisis Opportunity Onlus con Libera, Fondazione Pol.i.s, Fondazione Silvia Ruotolo, Università degli studi di Milano, Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, Centro Studi Paolo Borsellino, Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, con il sostegno di Fondazione CON IL SUD e SIAE.
Com’è nato “Fìesta”: appunti di regia
“Fìesta” non è uno spettacolo come gli altri, “Fìesta” è per me è il cerchio che si chiude. Il mio percorso teatrale inizia proprio all’interno del Malaspina con “Miraggi Corsari” di Claudio Collovà, avevo 18 anni meno un mese e adesso ne ho quasi 38.
Ho lavorato su due concetti fondamentali: l’importante non è uscire, l’importante è non rientrare mai più. “Fìesta” è il racconto di due vite ai confini della società che si incontrano casualmente: dall’unione tra i due sconfitti potrebbe scaturire una vittoria, ma ciò, per una serie di eventi collaterali e casuali, non accade; avviene bensì la tragedia, il crack definitivo.
Il locale di Valentino si è allora trasfigurato in una gabbia perimetrale in cui l’unico elemento realistico è una porta; la festa che non avrà mai inizio è rappresentata da un unico palloncino bianco; un regalo di compleanno in un macigno a forma di cubo; il bisogno di spiritualità si è trasformato nella totale assenza di luce.
I ragazzi mi hanno insegnato che il disagio e l’emarginazione hanno sì radici economiche e sociali, ma che c’è qualcosa di ancora più buio e profondo che si nasconde tra le pieghe delle loro e delle nostre vite. Senza un terremoto esperienziale, la scala dei valori di una persona difficilmente può essere modificata. Il teatro modifica, il teatro può essere un terremoto esperienziale, il teatro è dunque necessario.
Giuseppe Massa – regista dello spettacolo
Obiettivi futuri
Nel progetto Il palcoscenico della legalità, il TEATRO diventa strumento di percorsi formativi nelle scuole e nelle carceri minorili. Vogliamo che i giovani detenuti si rendano conto che fare il costumista, il sarto, lo scenografo, il decoratore, l’elettricista di scena, vuol dire partecipare con sapienza ad un progetto collettivo di cui essere fieri.
La nostra associazione, in ogni città in cui il progetto viene realizzato, crea un legame virtuoso di progettualità e collaborazione con le realtà associative del territorio. A Palermo lo abbiamo fatto l’associazione ‘A Strummula, che lavora su questi temi da molti anni.
Un ringraziamento particolare al Direttore dell’IPM Malaspina, Michelangelo Capitano, per averci accolto con entusiasmo e con cui speriamo di continuare questo percorso perché siamo convinti che il teatro, con i suoi mestieri, possa davvero rappresentare un primo passo per immaginare per questi ragazzi alternative di linguaggio e di vita.
Giulia Minoli – CO2 Crisis Opportunity Onlus
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