Sono giorni in cui la pratica sportiva può essere esercitata solo tra le mura domestiche o, se si è particolarmente fortunati, nel proprio giardino o terrazzo. Basta un video pubblicato online per tenersi in forma e godere dei benefici fisici e mentali dello sport. Nessun problema, quindi, da questo punto di vista, se non fosse che sport vuol dire molto di più. Significa socializzare, confrontarsi, acquisire valori importanti come il rispetto verso i compagni e verso gli avversari, il rispetto delle regole stesse del gioco. E per fare tutto questo, c’è bisogno di stare insieme.
Mentre il mondo è in stand-by anche su questo fronte, dall’osservatorio sulla povertà educativa #conibambini arriva un report che, attraverso numeri e percentuali, rivela come in molte zone d’Italia, per tanti bambini e ragazzi, la pratica sportiva era un lusso anche prima di trovarci tutti chiusi in casa in una lunga quarantena. Sì, forse l’avevamo già immaginato, ma le sfumature di colore sulla cartina della penisola fotografano la realtà ed è una realtà che diventa sempre più grigia man mano che si scende verso Sud. La perdita di colore sulla mappa vuol dire scarsità di palestre all’interno delle scuole e allo stesso tempo bassa percentuale di minori che praticano sport con continuità al di fuori dall’impegno scolastico.
Il report, pubblicato lo scorso 31 marzo e intitolato “Lo sport tra i minori e il ruolo delle palestre scolastiche”, attraverso i dati sulle palestre o piscine disponibili all’interno delle scuole di tutta Italia, traccia una linea di forte divisione tra il Nord e il Sud del Paese, con particolare riferimento a due regioni: Campania e Calabria. Si tratta delle due aree che non solo hanno tra le più basse percentuali di minori tra i 3 e i 17 anni che praticano sport in maniera continuativa (rispettivamente 28,7% e 38,2% a cui si unisce la Sicilia con il 30,2% a fronte di una media nazionale che si attesta al 50,5%), ma sono anche le zone con la minore presenza di palestre scolastiche.
Sono le regioni dove si pratica più sport nel tempo libero, invece, ad avere percentuali più alte di palestre e/o piscine all’interno delle scuole. Al primo posto, per esempio, c’è il Friuli Venezia Giulia che, insieme al Piemonte, si impone anche ai primi posti nella classifica dei ragazzi che praticano sport extra scolastico.
In Calabria e Campania, meno del 30% delle scuole è dotato di palestra o piscina. Una carenza grave, soprattutto messa in relazione con i risultati già visti, secondo i quali in entrambe le regioni meno del 40% dei minori fa sport con continuità.
Il report diventa ancora più preciso e cala l’analisi a livello provinciale e comunale. Con riferimento a questa scala, in Campania, la provincia di Avellino con il 30,7% di scuole dotate di palestra, supera la media regionale, mentre le province di Napoli e Salerno si attestano addirittura al di sotto. La Calabria, invece, è più omogenea nel presentare percentuali più basse rispetto alla regione Campania. Fa eccezione solo Catanzaro, che con il 24,8% supera appena la provincia di Salerno (23.9%) e la stessa media della regione di cui è capoluogo. La Calabria ha, infatti, una media del 22,3% al di sotto della quale si pongono le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria.
A livello comunale, il report evidenzia un’offerta di palestre scolastiche concentrata maggiormente nei comuni centrali, nei poli e nei territori di cintura, e meno nelle aree interne, che sono quelle già lontane dai servizi essenziali. Questo vale per la Campania, ma la situazione si aggrava in Calabria, dove la carenza di palestre scolastiche interessa quasi nella stessa misura tutti i comuni, a prescindere dall’area di appartenenza. In questa regione, infatti, l’assenza di servizi è spesso già grave nelle città principali, e a maggior ragione si aggrava nei comuni periferici.
La presenza di palestre nelle scuole è importante, perché garantisce l’accesso alla pratica sportiva anche a quei bambini e ragazzi che per diverse ragioni ne rimangono esclusi. Lo sport non deve essere un lusso, ma un diritto di ogni bambino, perché contribuisce al suo percorso di crescita e di formazione.
I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
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