Il 14 novembre 2017 il Comune di Palermo consegna alla Sartoria Sociale un locale in Via Casella 22, appartenuto al boss mafioso Antonino Buscemi. Con il taglio del nastro della nuova sede prende forma il progetto Sartoria sociale: ricucire il territorio, il programma di azioni volto alla crescita umana, sociale e professionale di soggetti svantaggiati, nonché alla messa in pratica di un approccio ecologico e sistemico nella gestione del rapporto uomo-lavoro-ambiente.

Sartoria Sociale è una piccola impresa della Cooperativa Al Revés, che dal 2012 riunisce professionisti del cucito, operatori sociali e persone in situazioni di marginalità, tutte impegnate nel recycling e upcycling tessile.

In Sartoria Sociale gli scarti tessili diventano risorse e gli incontri si trasformano in relazioni. Una realtà vivace che integra un laboratorio di produzione, uno shop fisico e online, un’area sociale e interventi di educazione all’autoimprenditorialità. Un luogo inclusivo dove persone di varie etnie possono coltivare talenti e relazioni in una piattaforma reale di scambio e condivisione, secondo i principi etici del critical fashion e dell’economia circolare.

Con la nascita del Pagliarelli Lab, nel 2013, un ramo produttivo della Sartoria prende vita nella sezione femminile del carcere Pagliarelli di Palermo: qui le detenute vengono formate e avviate alla manifattura tessile, con l’obiettivo della risocializzazione e del reinserimento professionale.

Il progetto, sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD e realizzato in parnership con Fondazione Progetto Legalità onlus, Accademia di Belle Arti di Palermo e Consorzio ARCA, si propone di esplorare tutte le potenzialità imprenditoriali di una realtà che lega a doppio filo un’anima sociale e un’anima commerciale. Lo si vuol fare sia tramite l’innovazione tecnologica di strumenti e processi sia, soprattutto, tessendo relazioni di valore, creando opportunità di lavoro, aggregando professionalità e incoraggiando il coinvolgimento della comunità attorno allo stile di vita equo e solidale.

Si intende avviare e mettere a sistema, insomma, un modo più interconnesso e fruttuoso di fare impresa, in una Sicilia ancora poco abituata a fare rete, che tuttavia ricerca modelli alternativi di lotta alla frammentazione e alla precarietà del lavoro.

Per un’azione più capillare e profonda sul territorio, Sartoria Sociale ha attivato partnership con enti, scuole, case di cura e associazioni, agganciando importanti realtà come AddioPizzo, Libera e e TCBL – Textile & Clothing Business Labs, il network europeo delle imprese tessili interessate a sperimentare modelli di produzione innovativi. Inoltre, la Sartoria ha vinto il primo bando promosso da WORTH per testare una nuova configurazione spaziale delle postazioni di lavoro, più funzionale allo spettro creativo dei processi produttivi e più attenta alla sostenibilità umana e ambientale.

“Ricucire il territorio” è un’avventura ambiziosa. Ma siamo convinti che chi fa impresa sociale sia tenuto, quasi per etica professionale, ad aprirsi con fiducia e coraggio al futuro, e a lasciarsi contaminare dalla vocazione innata dell’umanità al superamento dell’esistente.

Fino al 31 gennaio 2019 si può sostenere gratuitamente il progetto votando Al Revés sulla piattaforma Il mio dono, la competition online rivolta alle organizzazioni del terzo settore.

 

 Rossella Failla, addetta Comunicazione e Marketing della Sartoria Sociale