In Italia la violenza contro le donne è un fenomeno ampio, diffuso e ancora molto sommerso. Ogni anno nel nostro Paese 100 donne vengono assassinate dal proprio partner o ex. Secondo i dati Istat, sono 6,8 milioni le donne che hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Dai dati sulle denunce, risulta che nel corso degli ultimi cinque anni ci sia stato un lieve decremento del numero delle donne vittime di violenza. Ma sappiamo che nel 90% dei casi la violenza domestica, purtroppo, non viene neanche denunciata. Il numero di donne che subiscono maltrattamenti o violenze fisiche risulta essere quindi in aumento. La violenza alle donne, inoltre, interessa anche altre dimensioni oltre a quella sessuale e a quella domestica. Investe la sfera psicologica, economica, culturale e lavorativa, forse dimensioni meno visibili e pertanto non facilmente quantificabili.
Il tema è drammaticamente attuale, e questo al di là dei clamori della cronaca di questi mesi. Ma è un argomento che, nonostante appunto venga affrontato bene o male dai media, resta abbastanza complesso e confuso.
L’obiettivo di questo numero del magazine è offrire un piccolo contributo al dibattito, ospitando voci e sguardi differenti. Come nostra consuetudine, condividendo idee e riflessioni in libertà di osservatori con le testimonianze di esperienze e buone pratiche di contrasto alla violenza al Sud e nel Paese.
Con i colleghi di “Italia che cambia” abbiamo esplorato il mondo della comunicazione ascoltando Lorella Zanardo, autrice de “Il Corpo delle donne” un documentario del 2009 che è stato il primo a muovere una profonda critica all’immagine della donna in tv per una nuova definizione del femminile, e Oliviero Toscani, autore di una discussa campagna sul tema, che ha confermato la sua natura provocatoria e pungente. E poi, con il contributo di educatori ed esperti, abbiamo toccato i temi dell’educazione di genere e delle forme di tutela per le vittime. Soprattutto, infine, abbiamo aperto una finestra sulle iniziative di contrasto al fenomeno della violenza di genere, presentando azioni e progetti differenti tra loro, che vedono coinvolte le donne, gli uomini, le persone transessuali.
Nelle diverse sfumature, emergono interessanti spunti di riflessione, partendo dalle critiche ai processi educativi che si rifanno a modelli culturali e comportamentali ritenuti, con più o meno intensità, alla base delle varie forme di violenza. Ma questi non sono gli unici muri da abbattere o vuoti da colmare. Ne esistono altri, altrettanto importanti. Riguardano la sfera legislativa, in particolare le garanzie nei confronti di chi denuncia e in generale delle vittime di violenza ritenute inadeguate, e il mondo dei media, con l’auspicio che possano essere sempre più fonti di una maggiore informazione e meno di fake news.
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