Laboratori di riciclo, spazi espositivi per la vendita di prodotti biologici, a chilometro zero, sfusi, non imballati e del commercio equo e solidale. Spazi dedicati al baratto di beni in buono stato ma anche luogo di incontro, formazione, ricerca e sviluppo per la diffusione della cultura ambientale e la condivisione dei saperi. E’ così che un vecchio scalo merci di una stazione ferroviaria diventa luogo di promozione dell’altra economia.
E’ ScamBioLoGiCo, la prima Green station d’Italia, frutto dell’intesa firmata tra Legambiente, Ferrovie dello Stato Italiane e Rete Ferroviaria Italiana, per il progetto di rifunzionalizzazione della stazione di Potenza Superiore.
Il progetto “Centro per la sostenibilità”– sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD – ha permesso di recuperare e riqualificare l’immobile della stazione superiore di Santa Maria, risalente ai primi anni del ‘900, conservando l’architettura esistente tipica dell’epoca ma dando anche un’impronta sostenibile ai lavori realizzati. Sono stati infatti impiegati materiali e tecniche costruttive biocompatibili, prediligendo il più possibile materie prime provenienti da riciclo, il tutto con l’obiettivo di raggiungere un certificazione di classe di consumo energetico A.
Anche l’allestimento interno sarà tutto improntato sul recupero di materiali e oggetti altrimenti destinati a diventare rifiuti.
I lavori di ristrutturazione sono stati anche occasione di integrazione e formazione professionale per 9 richiedenti asilo ospiti nelle diverse strutture presenti in città, che sono stati coinvolti nella realizzazione del cappotto termoisolante, per ridurre l’utilizzo di energia legato al riscaldamento degli ambienti della Green Station. Un’esperienza per imparare nuove tecniche di costruzione e seguire un percorso di educazione alla sicurezza sul lavoro.
Quello dello scalo merci di Potenza Superiore è uno dei progetti per la realizzazione di Green Station nel nostro Paese, con l’obiettivo di dare nuova vita a spazi non presenziati all’interno delle stazioni e snodi ferroviari. Non più luoghi di arrivo e partenza ma di incontro e socialità, poli di attrazione urbana, centri di servizio sociali, ambientali e di mobilità collettiva.
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