IL PROGETTO SO.S SCAMPIA

Nel 2009, quando fu promosso da “Fondazione CON IL SUD” il bando sullo sviluppo locale,  la cooperativa sociale “Obiettivo Uomo”, la cooperativa sociale “La Roccia”, l’Opera “don Guanella” e l’I.P.A.M, decisero  di mettere insieme le idee e le varie esperienze maturate sul territorio da anni, per progettare quello che fu denominato “Progetto So.S. Scampia – Solidarietà e sviluppo”.

Attraverso la progettazione partecipata, mobilitando la società civile, favorendo la coesione sociale e il confronto produttivo tra le parti, fu concepito l’impianto da presentare alla Fondazione. Il materiale prodotto fu sottoposto a verifica e fummo riconosciuti vincitori del bando. Cosicché,  nell’ottobre del 2009 So.S Scampia iniziò il suo percorso. Il progetto mirava ad integrare diversi ambiti di intervento, avendo come centro fondante l’educazione, la cura e l’accompagnamento dei giovani. Si è riusciti, nei due anni di incessante attività, a combinare azioni educative, formative e di inserimento lavorativo che, grazie ad una reale sinergia degli enti coinvolti, hanno lasciato un segno, hanno costruito reti di opportunità, spezzato il senso di sfiducia, aperto orizzonti di speranza, prodotto circoli virtuosi in cui giovani ed adulti si sono sperimentati nel forgiare una nuova identità e un contesto diverso, ricco di occasioni di realizzazione personale e di senso di appartenenza alla comunità.

Il progetto aveva 3 ambiti di intervento:

Ambito Educazione Dei Giovani, realizzato con i “Poli della socialità”

In merito a questo primo ambito si è partiti dalla valorizzazione dei luoghi e dei momenti di sana e significativa socializzazione già esistenti – quelli dei numerosi enti coinvolti nella rete, delle associazioni – arrivando alla creazione di tre POLI DELLA SOCIALITA’: Polo “don Guanella”, Polo “Hurtado”, Polo “Casa arcobaleno”,  sui quali abbiamo fatto confluire i momenti di condivisione e integrazione di tutti gli altri “punti educativi” del quartiere. Poli dei giovani, con diverse caratteristiche, che hanno contribuito a creare una nuova identità “quartiere Scampia”.

Si sono realizzati i servizi per la formazione e l’inserimento lavorativo attraverso i laboratori di avviamento professionale. Abbiamo avuto una occupazione lavorativa per circa 42 ragazzi del progetto.

Ambito Sviluppo, Qualificazione e Innovazione dei Servizi Socio Sanitari

All’interno di questo secondo ambito abbiamo realizzato lo sportello famiglia e lo sportello sulle dipendenze.

Dalla nostra ventennale esperienza di lavoro su questo territorio, soprattutto con minori e giovani, è emerso in maniera chiara e forte il bisogno di intervenire sul nucleo familiare come condizione necessaria per il successo dell’intervento sul minore e sul giovane. Da qui il bisogno di realizzare in maniera integrata con l’ ASL e il Comune uno Sportello per i bisogni delle famiglie, in un’ottica di approccio globale. L’idea di base è stata quella di offrire alle famiglie del territorio risposte innovative nell’ambito dei servizi socio sanitari, capaci innanzitutto di collocare l’utente (donna, giovane, coppia, famiglia) al centro della propria storia, di sollecitare la percezione del protagonismo del proprio processo di cambiamento, di facilitare l’integrazione con altri servizi territoriali.

Un approccio simile è stato posto in essere anche per il potenziamento del Centro Ascolto per tossicodipendenti ed alcolisti, l’unico esistente su un territorio che registra un commercio di droga tra i più grandi d’Italia.

Ambito  Sviluppo del Capitale Umano di Eccellenza. Realizzato con le borse di studio, i tirocini e stage in aziende.

In questo terzo ambito abbiamo assegnato 10 borse di studio a laureati e laureandi del quartiere del valore di € 2500,00 cadauna. All’interno del progetto abbiamo voluto la presenza di due grandi aziende del mondo  profit: la Del Bo e la Santerno, con la possibilità di collocare 16 ragazzi per gli stage formativi. Cinque di questi giovani sono stati assunti con contratto quadriennale presso la Del Bo.

RISULTATI E RIFLESSIONI

Il primo risultato realizzato è stato quello di arrivare ad una fascia d’età dei partecipanti che, da sempre, è rimasta fuori da ogni progettualità esecutata sul territorio: i giovani. Il progetto era aperto ad una fascia d’età dai 14 ai 25 anni. Invece, molti progetti del Comune di Napoli si fermano alla soglia dei 18 anni. Noi abbiamo voluto accompagnare, sostenere , formare e promuovere la fascia giovanile successiva, fino ai 25 anni d’età ed oltre. Dico oltre perché  all’interno del progetto, nell’area socio sanitaria (sportello famiglia e sportello sulle dipendenze) hanno avuto un target d’utenza che andava oltre il prefissato: infatti, adulti, genitori e anziani hanno usufruito, con diverse modalità, dei servizi offerti dal progetto stesso.

Una prima riflessione collegata a quanto detto nasce nel valutare l’azione suppletiva che ha svolto il progetto. Le istituzioni locali e cittadine non si spingono oltre a cogliere il disagio giovanile o, comunque, non affrontano adeguatamente  il problema. C’è una schiera innumerevole di ragazzi che è frammentata e dispersa. Cerca un senso, chiede aiuto concreto, esige orientamento, necessita di sostegno e formazione. Il progetto ha cercato di dare una prima risposta a questo disagio.

Abbiamo cercato di dare voce non solo agli “ultimi” ma anche a quelli che abbiamo chiamato i “penultimi”, quelli discriminati e deprivati in qualche modo, per il solo fatto di vivere a Scampia.

Azione suppletiva per la scuola che, molto spesso, non riesce ad attuare un’azione di inclusione dei drop out ma di esclusione. Molti i ragazzi che ci sono stati inviati perché la scuola non riusciva a risolvere disagi legati ad insofferenza e dispregio dei ragazzi verso luoghi, a volte, non troppo accoglienti. Ci siamo “inventati” la frequenza parallela: qualche giorno a scuola, ed altri ai nostri laboratori di formazione ai mestieri.

Alcuni fuori dal circuito scolastico, preparati da noi e fatti presentare agli esami per la licenza media.

Ulteriore azione suppletiva è stata svolta per i servizi sociali e Tribunale dei minori, che spesso si trovano in difficoltà perché non ci sono organizzazioni ed attività sufficienti per accogliere ragazzi in difficoltà e bisognosi di essere accompagnati e sostenuti n maniera più forte.

Un secondo risultato è quello relativo alla possibilità lavorativa che questo progetto ha offerto per circa 100 operatori. Moltissimi dei quali giovani e appartenenti al quartiere. Opportunità lavorative anche per ben 42 ragazzi che hanno trovato occupazione.

A nostro avviso la formula vincente è scaturita da una pluralità di fattori. Un primo elemento emerge dall’azione educativa svolta a favore dei ragazzi di cui ci siamo occupati, ragazzi intrisi di fragilità e deprivati di strumenti culturali ed operativi. Il progetto, invece, con la formula della presenza stabile di un educatore ed un tecnico all’interno di ciascun laboratorio, ha mirato non solo alla formazione tecnica propriamente detta, ma allo stesso tempo ha formato ciascun ragazzo al rispetto di sé, al rispetto dell’altro, al rispetto delle regole. Quindi, competenze umane e competenze professionali insieme.

Collegato a questo risultato è il connubio vincente tra il terzo settore ed il mondo profit, ognuno con l’apporto delle proprie esperienze e competenze per la formazione integrale delle nuove generazioni. Non più assistenzialismo sterile e non più sfruttamento di lavoro nero. Formazione umana e professionale, così come sperimentato, costituiscono buone prassi e modelli replicabili per l’intera società civile.

Terzo risultato raggiunto è stato quello della valorizzazione delle risorse e delle competenze presenti sul territorio, riducendo a “sistema” le azioni, le esperienze e le professionalità dei vari enti, radicati sul territorio.  Non solo attraverso l’integrazione dei diversi gruppi, ma anche attraverso il confronto con realtà esterne al territorio capaci di trasmettere metodologie, strumenti e buona prassi.

Tale risultato indurrà a costituire uno “zoccolo duro” per la qualità dell’azione educativa da portare sul territorio. Ma qui la riflessione diventa un po’ amara se si considerano i tagli effettuati a spese del “sociale”.

Nel 2011 si è chiuso un percorso che grazie al finanziamento di Fondazione CON IL SUD, Comune di Napoli e gli enti partecipanti ha dato al territorio di Scampia una grande opportunità. Due anni in cui abbiamo posto l’accento sull’inclusione e non sull’esclusione, abbiamo promosso l’agio e non parlato di disagio, abbiamo offerto possibilità di crescita umana e professionale e non mortificato le speranze dei ragazzi. Si chiude un pezzo di storia di questo quartiere, ma non si mette la parola fine alla passione e all’impegno che continuerà a prodursi attraverso tutti quelli che si sono impegnati fin qui.

Concludo questa breve presentazione e i pensieri sparsi offerti con le parole di un testo che amo molto di Margherita Yourcenar, Le memorie di Adriano: “Ciascuno di noi ha più qualità di quel che non si creda, ma solo il successo le mette in luce, forse perché allora ci si aspetta di vederci smettere d’esercitarle. Gli esseri umani confessano le proprie debolezze peggiori quando stupiscono che il padrone del mondo non sia stupidamente indolente, presuntuoso o crudele”.