Messina, 250.000 abitanti, è una tipica area urbana meridionale precipitata da anni sotto la soglia di povertà trappola. Essa è caratterizzata da una estrema sperequazione nella distribuzione della ricchezza e da una forte iniquità spaziale (il 2,5% della popolazione detiene il 50% della ricchezza immobiliare privata). Nel centro cittadino la ricchezza media pro-capite è 4 volte quella della periferia nord e 6 volte quella della periferia sud, caratterizzata altresì da forte degrado urbano, sociale, culturale e da strutturale disagio abitativo (oltre 1.500 famiglie vivono ancora nelle baraccopoli costruite dopo il terremoto del 1908 e dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale).
In questo contesto sociale ed economico così profondamente deprivato e disilluso, che quasi come un paradosso si è strutturato in un territorio ricchissimo ed unico dal punto di vista ambientale e paesaggistico, nel luglio 2010 nasce, con il sostegno della Fondazione CON IL SUD, la Fondazione di Comunità di Messina e con essa il Distretto Sociale Evoluto.
La Fondazione nasce dalla costruzione di connessioni profonde fra i principali sistemi socio-economici del territorio e dal mettere in rete tali cluster con le più importanti realtà nazionali ed internazionali dell’economia civile e della finanza etica.
La prima vera sfida della Fondazione è quella della resistenza. Resistenza a quel pensiero unico che guarda all’uomo come una macchina razionale perfettamente utilitaristica, che guarda ai mercati come all’equilibrio di egoismi, che teorizza necessaria la diseguaglianza per incentivare la crescita economica, a discapito di ogni evidenza empirica, e che misura il grado di sviluppo delle società esclusivamente attraverso il PIL.
La seconda e più affascinante sfida della Fondazione è quella di cercare nuovi orizzonti, nuovi paradigmi economico-sociali di tipo relazionale, che guardano all’uomo nella sua irriducibile complessità e agli uomini nella loro irriducibile unicità. La prospettiva in cui opera la Fondazione è, infatti, proprio quella di sperimentare modelli evoluti di welfare strutturalmente intrecciati con distretti produttivi di economia civile, capaci di porre la progressiva espansione delle libertà strumentali delle persone più fragili, la continua crescita sui territori di capitale e coesione sociale e la sostenibilità ambientale come vincoli esterni alla logica di massimizzazione del profitto. Cercare e sperimentare nuovi paradigmi economici, che scelgono come testate d’angolo le persone più escluse, le pietre scartate e gettate negli abissi dell’inferno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG) di Barcellona P.G., negli abissi dell’inferno delle baraccapoli centenarie, negli abissi dell’inferno del dominio e del controllo spietato delle mafie impone di rischiare, di andare oltre con coraggio gli approcci classici dell’economia fondati su ipotesi antropologiche riduzioniste e false e che guardano gli agenti economici esclusivamente come atomi in competizione.
E proprio a proposito di OPG ha senso posare il primo sguardo su un programma speciale, fortemente innovativo, che la Fondazione sta sostenendo in modo permanente e che ha permesso di liberare circa 60 persone internate nell’istituto psichiatrico penitenziario. Tale programma, il cui avvio è stato co-finanziato dalla Cassa delle Ammende del Ministero della Giustizia e dal Piano Sanitario Nazionale si chiama Luce è Libertà.
La metodologia di tale progetto si è fondata sull’idea di assegnare a ciascuna persona beneficiaria un capitale personale di capacitazione. Tale budget ha rappresentato per gli internati in modo simbolico e fisico la concreta possibilità di riprendere in mano la propria vita co-progettando con i servizi e con gli operatori socio-economici del Distretto Sociale Evoluto percorsi di riconquista dei propri diritti civili sul piano individuale e sul piano sociale e comunitario.
Durante il lavoro all’interno dell’OPG gli internati hanno scoperto gradualmente che un comportamento cooperativo nella gestione e nel re-investimento produttivo dei capitali personali di capacitazione porta benefici economici durevoli capaci di supportare nel lungo periodo i loro progetti personalizzati di liberazione e di inclusione socio-lavorativa.
La mutualizzazione dei capitali personali di capacitazione nella Fondazione di Comunità di Messina, ha permesso di creare occasioni di inclusione socio-lavorativa per gli ex internati dell’OPG e di generare sul lungo periodo risorse economiche che possano finanziare processi personalizzati di riconquista dei diritti (forme di reddito integrativo capaci di coprire eventuali gap di produttività, azioni di socializzazione, di housing sociale, ecc.). La Fondazione di Comunità di Messina ha investito i capitali personali di capacitazione mutualizzati nella creazione di un parco dimostrativo di energie rinnovabili e di un parco diffuso fotovoltaico avente le seguenti caratteristiche funzionali:
- Serre fotovoltaiche, su terreni abbandonati nella disponibilità della Fondazione di Comunità;
- Impianti su edifici di pubblica utilità (strutture del Ministero della Giustizia, attori dell’economia sociale, ospedali, parrocchie, istituzioni di ricerca, comuni, ecc.);
- Impianti su edifici privati appartenenti a famiglie della dimensione media di 3-6 kwatt, che aderendo all’iniziativa hanno costituito un grande gruppo d’acquisto solidale che ha subito esteso il proprio interesse dall’energia ad altri prodotti (alimentari, beni di consumo quotidiani e occasionali).
In tutte queste tipologie funzionali della produzione energetica sono beneficiari i possessori degli edifici e/o dei terreni che ospitano gli impianti, mentre il conto energia viene interamente ceduto alla Fondazione di Comunità di Messina, che può utilizzare tali entrate per finanziare sul lungo periodo i progetti personalizzati dei beneficiari del progetto.
La gestione del Parco diffuso fotovoltaico costituisce già di per sé una grande occasione per garantire il diritto al lavoro ad alcuni dei circa 60 ex internati dell’OPG, ma l’aspetto più interessante è che il rendimento netto di tale investimento sta permettendo e permetterà sul lungo periodo (20 anni) di finanziare le azioni del progetto. Nessun altro progetto tradizionale di fuori-uscita (per es. borse lavoro di breve periodo, budget di salute annuali, ecc.) ha fino ad oggi garantito simili risultati, nonostante costi annui per persona di ordini di grandezza più elevati (si fa notare che ciascun capitale personale di capacitazione è economicamente equivalente al costo di ricovero di una persona in una Comunità Terapeutica Assistita per un solo anno).
Il progetto sta garantendo e garantirà per 20 anni azioni di sostegno allo sviluppo delle imprese sociali del Distretto perché possano garantire con stabilità e qualità gli inserimenti socio-lavorativi in ambiti fortemente innovativi: industrie culturali, imprese di produzione di interfacce scenografiche di archivi e di sale immersive 3D, imprese capaci di ingegnerizzare e produrre manufatti funzionanti tramite prototipi di produzione energetica da materiale organico, imprese di produzione di materiali edilizi di bio-architettura, cooperative agro-alimentari biologiche sostenute da un grande gruppo d’acquisto solidale, produzioni designer, ecc.
Parallelamente ed interdipendentemente, secondo un modello maturo di mix gestionale, vengono finanziati negli anni progetti personalizzati di inclusione, che hanno le seguenti caratteristiche funzionali:
- Azioni di housing sociale, attraverso esperienze di affido familiare ed etero-familiare, organizzazione di gruppi appartamento ubicati in fabbricati confiscati alle mafie e/o resi disponibili dalle caritas diocesane e/o creati attraverso pratiche di auto-costruzione assistita e secondo i modelli più avanzati di bio-architettura, stanno garantendo e garantiranno il diritto progressivo all’abitare autonomo di quelle persone che non avranno più bisogno di ospitalità in comunità protette sul piano sanitario.
- Azioni formative garantiscono l’acquisizione progressiva di competenze specifiche.
- Azioni di accompagnamento di tutor esperti dedicati alla mediazione ed a sostenere processi di socializzazione sta favorendo l’inclusione piena dei beneficiari del progetto.
- Azioni progressive – reddito di cittadinanza (di lungo periodo) => salario – stanno permettendo ad una percentuale importante (mai raggiunta prima – nell’ambito delle policy tradizionali) di persone beneficiarie di mettere in valore sin da subito all’interno delle imprese sociali le loro capacità residue e nel tempo, ciascuno con la propria gradualità, accrescere la produttività fino a diventare una risorsa lavorativa progressivamente più emancipata, più retribuita e quindi più autonoma.
L’alta innovatività e l’alto valore aggiunto del progetto; il rigore scientifico che fonda le scelte metodologiche; l’approccio olistico capace di mettere a sistema responsabilità ambientale, sociale, orizzonti culturali ed educativi; la qualità riconosciuta e l’internazionalità dei partner, hanno fatto di questa sperimentazione un modello paradigmatico da utilizzare per programmare piani di infrastrutturazione sociale e di lotta strutturale alla povertà e all’esclusione. Non è un caso che il progetto Luce è Libertà e la Fondazione di Comunità di Messina nel suo complesso stanno suscitando grande interesse su scala nazionale e internazionale tanto che le teorie e le pratiche socio-economiche che stanno alla base di tali iniziativa sono state scelte quali pratiche pilota:
- dalla principale rete europea di città e regioni per l’economia sociale REVES,
- dalla Federazione Europea delle Banche Etiche ed Alternative FEBEA che lo ha selezionato quale caso studi internazionale nell’Atlante delle buone pratiche europee realizzato per conto della Conferenza Economica e Sociale della Commissione Europea,
- dall’archivio sulla generatività in Italia, denominato genius loci, curato dalla Fondazione Sturzo in collaborazione con la rivista specializzata Vita,
- dall’OCSE, nell’ambito del programma LEED.
Recentemente The Global Alliance for Banking on Values ha selezionato le migliori, a loro giudizio, 24 esperienze di economia etica del pianeta, fra queste, unica italiana, era presente la Fondazione di Comunità di Messina. Ancora, alcune delle organizzazioni delle Nazioni Unite hanno manifestato grande interesse al progetto Luce è Libertà e alla Fondazione di Comunità di Messina. Più in particolare la Kip International School, la scuola internazionale per lo sviluppo umano nata nell’ambito delle Nazioni Unite e dell’OCSE, ha riconosciuto la Fondazione quale esperienza matura di sviluppo territoriale integrato e quale luogo di ricerca e produzione di nuovi strumenti di conoscenza e d’azione. Per questa ragione la scuola internazionale ha chiesto alla Fondazione di Comunità di Messina di fare parte della propria rete internazionale di strutture di ricerca e formazione.
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